sabato 22 gennaio 2011

impressioni a caldo.........8 dicembre 2010


Sono stanchissima….
Ma devo fermare alcune impressioni che se no volano via veloci come il tempo!
Stavolta il viaggio è stato strano…...per la prima volta non ero al pieno della gioia di arrivare in india… I miei vicini di viaggio erano nordici freddi e davvero poco comunicativi, mentre io ero intenta nel calore degli affetti che stavo lasciando a casa…., poi atterro a chennai e scopro che il mio dolce angelo custode, Saravanan, non ci sarà a prendermi, fatico a trovare la valigia, quando la becco esco subito a cercare un “pre-paid taxi”, lo trovo ma poi devo scarpinare per un tunnel infernale di gente che svolazza cartelli con scritti i nomi di chi stanno aspettando, mi assale la vampata di aria calda, torbida, umida, unita a quell’odore indescrivibile, che non è odoraccio, ma un misto di sensazioni olfattive di terra bagnata, con cemento, con gas di scarico ma insieme anche palme tropicali….non so è l’odore dell’India, che quando non ci sono non me lo ricordo neanche più….mi accorgo intanto che devo fare attenzione con il carrello, perché qui non solo non si spostano, ma spesso sono pure a piedi nudi….e figurati se voglio far male a qualcuno!
Finalmente raggiungo il banco (di metallo riciclato) per l’assegnazione del taxi e mi danno Murugesan, un signore, gentile, che si scioglie subito al mio tamil stentato, così conversiamo per tutto il viaggio e piano mi ricordo di tutto quello che c’è…della bolgia, del traffico pazzesco che il primo anno mi spaventava assai, ora mi pare “normale”… una donna in sari seduta sul sedile posteriore di una moto regge stretto un bimbo di circa 7-8 mesi…anzi no, ne ha due....dall’altra parte intanto mi casca l’occhio su una gamba che spunta appoggiata per il lungo sul sedile posteriore di un “auto” (l’ape car che fa da cab), e vedo un’escoriazione in principio di putrefazione, poi sul marciapiede un uomo nano con polio chiede l’elemosina col sorriso….il tipo in moto davanti risponde, involontariamente, con uno sputo a terra…
Ma perchè vi racconto questo quando intanto cominciava ad assalirmi la solita felicità, gioia di vivere che mi viene qui? La solita della giornata…..ho fatto tremila cose poi!
Non vi dico quando poi ho cominciato a incontrare tutti gli amici, conoscenti, maestri con i quali sono in contatto…tutti (tranne la stiratrice che, contrariamente a come si comportano gli indiani, ha avuto un moto fisico di gioia che mi è venuta ad abbracciare) tutti  mi trattavano in maniera “quasi normale” come se non fossi mai andata via e questo è quello che sento anch’io che l’India non mi lascia mai e io non la lascerò mai….
Ma ecco cosa manca all’India che la fa stare così a suo agio nel presente senza tempo in cui vive e nella rapidità di pensiero, parola, azione: manca la paura, gli indiani sembrano non abbiano paure, ma soprattutto non hanno paura della morte, forse è questo che mi mette così tanta allegria e voglia di provarci, di andare in fondo alle cose, ma stando leggeri, semplici esseri umani di passaggio!

2 commenti:

  1. lukiakka you seem to be inspired by india in all its high and low and it looks like your inspiration is bound to grow as time progresses, try to keep it in ur heart as much as possible. write more about your impressions on india.

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